Il futuro dell’energia è condiviso, sostenibile e accessibile. Con la crescita delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), si stanno aprendo nuove opportunità per cittadini, imprese ed enti locali, che possono finalmente produrre, scambiare e consumare energia rinnovabile in modo collaborativo.

Per favorire la conoscenza e la diffusione di questo modello innovativo, RSE (Ricerca Sistema Energetico) ha sviluppato una mappa interattiva che raccoglie e valorizza le iniziative delle CER attive sul territorio italiano. Uno strumento prezioso che permette di esplorare lo sviluppo delle comunità energetiche, comprendere i modelli organizzativi adottati e scoprire le tecnologie impiegate.

Un passo avanti per la transizione energetica

Le Comunità Energetiche Rinnovabili non sono solo un nuovo modo di produrre e consumare energia, ma rappresentano un cambiamento radicale nel paradigma energetico. Grazie a queste configurazioni, è possibile:
Ridurre i costi dell’energia, grazie all’autoconsumo collettivo e agli incentivi statali.
Diminuire le emissioni di CO₂, favorendo l’uso di energia pulita e locale.
Coinvolgere attivamente cittadini, enti e imprese, creando un modello energetico partecipativo e collaborativo.
Promuovere l’indipendenza energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.

Grazie a un quadro normativo in evoluzione e a una crescente consapevolezza sulla necessità di accelerare la transizione energetica, le CER stanno crescendo rapidamente in tutta Italia. Sempre più enti locali e gruppi di cittadini si stanno organizzando per creare modelli innovativi, capaci di massimizzare i benefici economici e ambientali.

La mappa interattiva RSE: uno strumento per conoscere e pianificare

La mappa interattiva realizzata da RSE è un potente strumento informativo che permette di:
📍 Visualizzare la distribuzione delle CER in Italia.
📍 Analizzare le configurazioni accreditate dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
📍 Conoscere i diversi modelli organizzativi e tecnologici adottati.
📍 Comprendere i livelli di maturità progettuale delle varie comunità energetiche.

Questa risorsa è particolarmente utile per amministrazioni locali, imprese e cittadini interessati a creare una propria CER, permettendo loro di capire quali modelli funzionano meglio e quali tecnologie possono essere integrate.

Verso un futuro più sostenibile e partecipativo

L’energia rinnovabile e la digitalizzazione stanno aprendo scenari impensabili fino a pochi anni fa. La mappa interattiva di RSE (https://geoportale.rse-web.it/#/viewer/openlayers/769) rappresenta un passo fondamentale per rendere più accessibile e trasparente il processo di creazione delle CER, accelerando la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e democratico.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili non sono più un progetto del futuro, sono il presente. Grazie a strumenti come la mappa RSE, è possibile monitorare, migliorare e replicare i successi delle esperienze esistenti per costruire un’Italia più green e indipendente dal punto di vista energetico.

📌 Vuoi saperne di più? Scopri la mappa interattiva di RSE e inizia il tuo viaggio verso l’energia condivisa!

💡 Il futuro dell’energia è nelle nostre mani. Unisciti al cambiamento! ⚡🌍

La mappa interattiva di RSE: https://geoportale.rse-web.it/#/viewer/openlayers/769https://geoportale.rse-web.it/#/viewer/openlayers/769

In un momento storico segnato da un caro energia senza precedenti, la dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dal gas, rappresenta una sfida che cittadini, imprese e istituzioni non possono più ignorare. Per affrontare questa emergenza e trovare soluzioni strutturali, nasce la Green Community “Green Savuto-Serre”, un’iniziativa che mira alla creazione di nove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nei territori di Paterno Calabro, Dipignano, Mangone, Figline Vegliaturo, Piane Crati, Domanico, Marzi, Cellara e Parenti.

🔜 L’evento di presentazione si terrà il 14 marzo alle ore 18:00 nella sala conferenze del Comune di Figline Vegliaturo (CS). Un incontro imperdibile per chiunque voglia comprendere le opportunità offerte dalle CER e scoprire come queste possano rivoluzionare il tessuto economico e sociale del territorio.

Un Progetto per l’Autonomia Energetica e la Sostenibilità

Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una vera e propria rivoluzione dal basso, permettendo ai cittadini di diventare protagonisti della transizione energetica e di ridurre i costi dell’energia attraverso la condivisione dell’elettricità prodotta localmente. Questo modello: ✅ Riduce la dipendenza dai combustibili fossili, promuovendo energia pulita e locale.
Garantisce un risparmio economico, grazie agli incentivi statali e all’autoconsumo collettivo.
Sviluppa opportunità di lavoro, favorendo la nascita di nuove professionalità nel settore dell’energia rinnovabile.
Combatte il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di CO₂ e migliorando la qualità dell’aria.

Grazie al supporto del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG) dell’Università della Calabria, il progetto della Green Community “Green Savuto-Serre” ha raggiunto una fase avanzata, e presto le prime CER saranno una realtà.

Un Evento per Comprendere le CER e i Loro Benefici

Durante l’incontro del 14 marzo, esperti del settore e rappresentanti istituzionali illustreranno le potenzialità e i vantaggi delle CER. Tra gli interventi chiave: 🔹 Lucia Papaianni, Sindaca di Paterno Calabro e coordinatrice della Green Community, presenterà gli obiettivi e l’importanza della “Green Savuto-Serre”.
🔹 Prof. Daniele Menniti, Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia e Responsabile delle attività del DIMEG sulle CER, spiegherà:

  • Il funzionamento tecnico delle CER.
  • I modelli di Comunità Energetica più adatti ai diversi contesti.
  • Le tecnologie emergenti per l’ottimizzazione dell’energia condivisa.
  • I benefici economici, sociali e ambientali per i cittadini e le imprese che aderiscono.
  • Le soluzioni tecnologiche per massimizzare il risparmio delle amministrazioni comunali, riducendo i costi energetici, ad esempio nella pubblica illuminazione.

Perché Partecipare?

Sei un cittadino, un’impresa o un’amministrazione comunale? Partecipare all’incontro ti permetterà di scoprire come entrare a far parte di una CER e quali vantaggi puoi ottenere. La transizione energetica non è solo una necessità, ma un’opportunità per costruire un futuro più sostenibile, economicamente vantaggioso e tecnologicamente avanzato.

📌 Segna la data!
📅 Venerdì 14 marzo – Ore 18:00
📍 Sala conferenze del Comune di Figline Vegliaturo (CS)

🔋 Il futuro dell’energia è nelle nostre mani. Unisciti a noi per costruirlo insieme! 💡🌿

Rassegna Stampa

https://www.corrieredellacalabria.it/2025/03/12/comunita-energetiche-rinnovabili-e-lotta-al-caro-energia-focus-a-figline-vegliaturo

Hai mai pensato di poter ridurre la tua bolletta elettrica senza possedere un impianto fotovoltaico? Con le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), questo è possibile!

Grazie alla CER “Riviera dei Tramonti”, chi ha un impianto fotovoltaico può condividere l’energia prodotta con chi non lo ha, permettendo a tutti di beneficiare di un’energia pulita e conveniente. Unisciti alla rivoluzione energetica e scopri come puoi risparmiare e contribuire a un futuro più sostenibile!

Come funziona?

✔ Se hai un impianto fotovoltaico, oltre all’autoconsumo, puoi immettere in rete l’energia in eccesso e ottenere un incentivo economico.
✔ Se non hai un impianto, puoi utilizzare l’energia condivisa da chi lo possiede e ricevere un incentivo per abbattere i costi della tua bolletta.
✔ Grazie alla condivisione dell’energia tra i membri della comunità, tutti possono godere di vantaggi economici ed energetici.

In altre parole, anche chi non possiede un impianto fotovoltaico può usufruire dei benefici di un’energia pulita e sostenibile, come se ne avesse uno! 🌞🔋

Perché aderire alla CER?

  • Risparmio sulla bolletta grazie agli incentivi per l’energia condivisa.
  • Energia 100% rinnovabile, contribuendo alla sostenibilità del territorio.
  • Maggiore indipendenza energetica dalla rete tradizionale.
  • Partecipazione attiva alla transizione ecologica, rendendo il futuro più verde e sostenibile.

Vuoi far parte della Comunità Energetica “Riviera dei Tramonti”?

Scrivi a cer.RdTra@cretaes.com per ricevere tutte le informazioni e scoprire come aderire!

👉 Condividi il cambiamento! Unisciti alla nostra CER e costruisci con noi un mondo più sostenibile. 🌍💚

L’automazione industriale è un settore in continua evoluzione, che gioca un ruolo chiave nell’ottimizzazione dei processi produttivi, migliorando l’efficienza e la sostenibilità delle aziende manifatturiere. Creta Energie Speciali (CretaES), spin-off dell’Università della Calabria, è impegnata nello sviluppo di applicazioni innovative per l’automazione industriale, portando soluzioni all’avanguardia in tutto il mondo.

Uno dei principali ambiti di intervento della nostra azienda è l’automazione degli impianti siderurgici moderni, con particolare attenzione ai Continuous Casting Machine (CCM), impianti di colata continua utilizzati per la produzione dell’acciaio. Questo settore, estremamente complesso e in continua evoluzione, richiede soluzioni tecnologiche avanzate per garantire sicurezza, efficienza e sostenibilità.


Automazione degli Impianti Siderurgici: Un Processo Complesso e Strategico

L’ingegneria dell’automazione nel settore siderurgico è una sfida che combina la progettazione avanzata con lo sviluppo software e l’integrazione delle più recenti tecnologie. CretaES opera su più livelli, occupandosi di:

Progettazione delle interfacce uomo-macchina (HMI): sistemi evoluti che permettono agli operatori di monitorare e controllare i processi produttivi in modo intuitivo ed efficiente.

Sviluppo software per la gestione dei processi ausiliari: CretaES fornisce soluzioni personalizzate per il controllo e l’ottimizzazione delle operazioni negli impianti siderurgici.

Automazione dei sistemi di trattamento fumi (FTP): soluzioni per il trattamento dei fumi provenienti dai forni ad arco elettrico (EAF), riducendo le emissioni e migliorando la sostenibilità ambientale degli impianti.

Gestione degli impianti di degasaggio sottovuoto (VD): tecnologie avanzate per la raffinazione secondaria dell’acciaio liquido, essenziali per garantire la qualità del prodotto finito.


Progetti di Successo: Collaborazioni Internazionali con SMS Group S.p.A.

Grazie alla solida esperienza e alla continua innovazione, CretaES ha recentemente realizzato importanti progetti in collaborazione con SMS Group S.p.A., leader globale nella progettazione e fornitura di impianti siderurgici.

Ecco alcune delle nostre ultime realizzazioni:

🔹 Impianto Hybar LLC – Arkansas (USA): sviluppo di un sistema avanzato per il trattamento dei fumi (FTP), contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale del sito produttivo.

🔹 Impianto Ovako – Svezia: realizzazione di un sistema per il degasaggio sottovuoto (VD), migliorando la qualità dell’acciaio e l’efficienza del processo produttivo.

Questi progetti testimoniano l’impegno di CretaES nell’offrire soluzioni innovative e personalizzate per il settore siderurgico, garantendo alle aziende strumenti tecnologici avanzati per una produzione più efficiente, sicura e sostenibile.


L’Automazione Industriale Come Chiave per il Futuro della Siderurgia

L’industria siderurgica è un settore in continua trasformazione, dove la digitalizzazione e l’automazione rivestono un ruolo cruciale per migliorare le prestazioni produttive e ridurre l’impatto ambientale. CretaES continua a investire in ricerca e sviluppo, proponendo soluzioni innovative per rendere gli impianti più smart, sicuri ed efficienti.

Se vuoi scoprire di più sulle nostre tecnologie e su come possiamo supportare la tua azienda nell’evoluzione verso un’industria 4.0, contattaci! Siamo pronti a trasformare il futuro dell’automazione industriale insieme a te. 🚀

L’Italia si trova ad affrontare una delle sfide più grandi della sua storia: la crisi climatica. Ondate di calore sempre più intense, alluvioni, siccità e incendi stanno mettendo a dura prova il nostro Paese, evidenziando la necessità di una risposta immediata e strutturata. Per far fronte a questa emergenza, Minds for One Health, con il supporto di ISDE Italia – Associazione Medici per l’Ambiente, ha presentato un documento chiave: “Adattamento e Mitigazione: Azioni urgenti per far fronte agli eventi estremi da crisi climatica”. Questo testo, inviato alle istituzioni politiche e scientifiche nazionali, fornisce una roadmap chiara per affrontare il cambiamento climatico, con particolare attenzione alla salute pubblica e alla sicurezza del territorio.

Un Piano d’Azione per la Resilienza Climatica

L’Italia, posizionata nel cuore del Mediterraneo, è una delle aree più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Gli scienziati sottolineano l’urgenza di un approccio integrato che unisca adattamento e mitigazione per ridurre i rischi e migliorare la sostenibilità del sistema Paese. Le azioni prioritarie individuate nel documento includono:

  • Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC): Attuazione immediata di un piano basato su dati scientifici, che renda le città e le infrastrutture più resilienti agli eventi estremi.
  • Riduzione del consumo di suolo e sicurezza del territorio: Stop alla cementificazione incontrollata e riqualificazione delle aree urbane e montane per prevenire dissesti idrogeologici.
  • Decarbonizzazione accelerata: Riduzione della domanda energetica e transizione verso le fonti rinnovabili, con particolare attenzione alla tutela del paesaggio e della biodiversità.
  • Educazione e sensibilizzazione: Campagne informative e percorsi educativi per preparare la popolazione a gestire gli impatti del cambiamento climatico.
  • Rafforzamento della protezione civile: Implementazione di modelli di gestione del rischio ispirati alle migliori pratiche internazionali, con sistemi di allerta e intervento tempestivi.

Un Messaggio Chiaro: Il Tempo per Agire è Ora

Maria Grazia Petronio, vicepresidente di ISDE Italia e coordinatrice di Minds for One Health, sottolinea l’importanza di non limitarsi più a rispondere alle emergenze, ma di costruire un sistema resiliente capace di prevenire e mitigare gli impatti climatici.

Non possiamo più permetterci di agire solo dopo i disastri. Serve un cambiamento sistemico, un piano strategico che protegga le persone e il territorio. Il nostro documento offre alle istituzioni un quadro chiaro per prendere decisioni efficaci. Il tempo per agire è adesso.

Un Appello alle Istituzioni: La Crisi Climatica è un Problema di Tutti

Il documento rappresenta un appello diretto affinché le politiche di adattamento e mitigazione diventino una priorità nazionale. La scienza ha già dimostrato che agire ora significa ridurre i costi futuri in termini di vite umane, danni economici e sociali. Ignorare questa emergenza equivale a esporre il nostro Paese a rischi sempre maggiori.

La transizione ecologica non è solo una questione ambientale, ma una sfida che coinvolge tutti: cittadini, aziende, amministrazioni locali e governo centrale. Implementare queste strategie può garantire un futuro più sicuro e sostenibile per le prossime generazioni.

La crisi climatica non aspetta: è il momento di trasformare le parole in azioni concrete.

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Si è tenuto sabato con grande successo l’evento organizzato dal Rotary Club Distretto 2102 presso la Sala delle Culture del Palazzo della Provincia di Catanzaro, un’importante occasione di confronto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili e il loro ruolo nella transizione energetica.

💡 Esperti e istituzioni si sono alternati sul palco per discutere di come i cittadini possano diventare protagonisti del cambiamento, gestendo in modo innovativo l’energia rinnovabile e promuovendo l’autoconsumo collettivo.

🔹 Interventi di alto livello con la partecipazione di: ✅ Daniele Menniti – UNICAL, sulle Comunità Energetiche Rinnovabili; ✅ Marco Bussone – Presidente UNCEM, su green communities e territori; ✅ Francesco Fontana – ENEL X Italia, sulla condivisione dell’energia; ✅ Giovanni Caridi – Banca Montepaone, sulle possibilità di finanziamento per le CER.

🗣️ Inoltre, abbiamo ascoltato le testimonianze di amministratori locali che stanno già investendo nelle Comunità Energetiche per uno sviluppo sostenibile.

Grazie a tutti i partecipanti, ai relatori e agli organizzatori per questa giornata di condivisione e ispirazione! 🌍⚡

📸 Guarda le foto dell’evento! 👇👇

L’auto elettrica e il dilemma delle batterie

L’avvento dell’auto elettrica è stato celebrato come una rivoluzione per la mobilità sostenibile, ma porta con sé una serie di domande che vanno oltre le semplici emissioni di CO₂. Al centro del dibattito troviamo il cobalto, un metallo essenziale nelle batterie, la cui estrazione solleva preoccupazioni di carattere ambientale, sociale ed economico.

Nel corso dell’intervista a Geo, il professor Nicola Armaroli ci aiuta a fare chiarezza su questo materiale prezioso: da dove proviene, come viene estratto e quali sono le possibili alternative?

Da Edison a oggi: il percorso dell’auto elettrica

Non è una novità che il futuro dell’automobile possa essere elettrico. Già Thomas Edison, nel 1895, cercava di convincere Henry Ford dell’importanza dei motori elettrici per il trasporto urbano. Ma mentre la storia ha preso una strada diversa a causa di limiti tecnologici e interessi economici, oggi il mondo sembra tornare su quella visione.

L’industria automobilistica è in piena trasformazione: dalle nuove tecnologie di accumulo energetico alla geopolitica delle materie prime, fino all’impatto sull’occupazione e sulla produzione industriale. Tuttavia, la produzione delle batterie ha un costo, e non solo economico.

Il cobalto: un “intruso” essenziale

Contrariamente a quanto si possa pensare, non esistono miniere di cobalto. Questo metallo viene estratto come sottoprodotto nelle miniere di rame e nickel, dove si trova in concentrazioni variabili. Oggi, circa il 70% del cobalto mondiale proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, un paese caratterizzato da instabilità politica, sfruttamento del lavoro e forti disuguaglianze.

Secondo Armaroli, l’80% dell’estrazione avviene in modo industrializzato, con impianti moderni e condizioni di lavoro accettabili. Tuttavia, il restante 20% è frutto di estrazioni artigianali, spesso realizzate in condizioni drammatiche da lavoratori poveri, donne e anche bambini.

Il cobalto è stato spesso demonizzato per via delle sue condizioni di estrazione, ma il problema non riguarda solo le auto elettriche:

  • Circa 40% del cobalto viene utilizzato nelle batterie, ma solo una parte va alle auto elettriche.
  • 30% finisce in dispositivi elettronici come smartphone, laptop e aspirapolvere.
  • Il restante viene impiegato in settori industriali strategici, come la metallurgia, le leghe per turbine aeree e persino la medicina (radioterapia e sterilizzazione di strumenti chirurgici).

La rivoluzione delle batterie: addio cobalto?

Una delle notizie più importanti emerse nell’intervista è che le batterie stanno già evolvendo per ridurre la dipendenza dal cobalto.

Oggi, il 40% delle nuove batterie per auto elettriche utilizza la tecnologia litio-ferro-fosfato (LFP), che non contiene cobalto. Questa tendenza è destinata ad aumentare, riducendo progressivamente il fabbisogno di questa risorsa e diminuendo l’impatto etico ed ecologico della sua estrazione.

Il lato oscuro della transizione ecologica

Il problema del cobalto, però, non è un caso isolato. L’intero settore delle materie prime soffre di dinamiche simili: l’estrazione dell’oro, del nickel e delle terre rare segue percorsi altrettanto controversi. L’industria elettronica e dei gioielli hanno spesso ignorato il problema della provenienza dei materiali, lasciando che il peso dello sfruttamento ricadesse su paesi poveri e instabili.

Le grandi aziende cercano di certificare la provenienza dei minerali, ma spesso il sistema non è trasparente. Il cobalto estratto illegalmente viene infatti introdotto nei circuiti legali tramite contrabbando e sistemi poco tracciabili, rendendo difficile distinguere i materiali eticamente estratti da quelli frutto di sfruttamento.

Soluzioni possibili: tra certificazione e riciclo

Per rendere più sostenibile l’estrazione dei minerali, il professor Armaroli suggerisce tre strategie principali:

  1. Migliorare la certificazione della filiera, con passaporti digitali che traccino l’origine del materiale.
  2. Incentivare il riciclo dei materiali, sfruttando il cobalto già esistente nei dispositivi elettronici e nelle batterie usate.
  3. Promuovere l’estrazione sostenibile in Europa, riducendo la dipendenza da paesi con scarsa regolamentazione ambientale e sociale.

Un futuro più responsabile

La transizione ecologica è un obiettivo imprescindibile, ma non possiamo ignorare i suoi effetti collaterali. L’auto elettrica è solo una parte del problema: dobbiamo ripensare i consumi e l’intero sistema produttivo, affinché la sostenibilità non sia solo un concetto legato alle emissioni, ma anche ai diritti umani, al rispetto dell’ambiente e all’equità economica.

Come sottolinea il professor Armaroli, la vera sfida sarà trovare un equilibrio tra innovazione e responsabilità, perché il futuro dell’energia e della mobilità non può prescindere dalla giustizia sociale.


🎧 Puoi rivedere l’intero episodio su RaiPlay a questo link:
🔗 Nicola Armaroli – Le risorse della Terra: cobalto – Geo – 13/01/2025

🎧 Ascolta l’episodio del podcast “Correnti Future” – “Impatti e pregiudizi, dalle origini a oggi” qui sotto, dove Mattia Battaggion e Pier Paolo Girardi analizzano la storia, i benefici e le sfide della mobilità elettrica.

Il podcast Correnti Future è realizzato da RSE.

Quando Edison e Ford immaginavano il futuro elettrico

Se pensiamo a quando l’auto elettrica ha iniziato a essere considerata un’alternativa efficiente e pulita ai motori a combustione interna, la risposta più ovvia potrebbe essere “negli ultimi 20-30 anni”. In realtà, già nel 1895, Thomas Edison cercava di convincere Henry Ford che il futuro dell’automobile sarebbe stato elettrico.

Ford stesso, in un’intervista dell’epoca, dichiarò:
“Ritengo che alla fine il motore elettrico sarà utilizzato universalmente per l’autotrasporto in tutte le grandi città e che l’automobile elettrica in futuro diventerà il mezzo di trasporto per le famiglie. Tutto l’autotrasporto passerà all’elettricità.”

Ma allora, perché questa visione non si è concretizzata prima? Per un mix di fattori: batterie non ancora efficienti, scarsa infrastruttura di ricarica e, soprattutto, la pressione dell’industria petrolifera che ha favorito i motori a combustione. Oggi, più di un secolo dopo, forse stiamo per assistere al compimento di quella visione lungimirante.


La rivoluzione della mobilità elettrica

Il settore automobilistico sta vivendo la sua più grande trasformazione dai tempi della catena di montaggio di Ford. Non si tratta solo di sostituire un motore con un altro, ma di ripensare l’intera mobilità:
🚗 Impatto ambientale
🔋 Gestione delle risorse
💼 Occupazione e filiere produttive
🌍 Geopolitica dell’energia

Questa transizione, però, è accompagnata da una serie di pregiudizi e dubbi. Le auto elettriche sono davvero più pulite? La produzione delle batterie annulla i benefici ambientali? E cosa accadrà ai milioni di lavoratori impiegati nell’industria automobilistica tradizionale?

Per rispondere a queste domande, il podcast ospita Pier Paolo Girardi, responsabile del gruppo di ricerca Life Cycle Assessment di RSE, che ci aiuta a fare chiarezza con dati concreti.


Auto elettriche e impatto ambientale: il confronto con le auto termiche

Le principali critiche alle auto elettriche riguardano le emissioni di CO₂ e il loro ciclo di vita. Ma i numeri parlano chiaro:

🔹 Se consideriamo l’intero ciclo di vita di un’auto elettrica – dalla produzione della batteria all’utilizzo e allo smaltimento – gli impatti ambientali sono circa la metà rispetto a un’auto a combustione interna.

🔹 Un’auto elettrica, nel corso della sua vita, riduce dal 40% al 60% le emissioni di CO₂ rispetto a un veicolo a benzina o diesel.

🔹 Le emissioni di un’auto a combustione aumentano con il tempo, a causa dell’usura del motore e della necessità di estrarre combustibili fossili sempre meno accessibili. Al contrario, le emissioni di un’auto elettrica tendono a diminuire, perché dipendono sempre meno da fonti fossili e sempre più da energie rinnovabili.

🔹 Il sistema elettrico sta diventando più pulito, grazie all’integrazione di fonti rinnovabili come solare ed eolico. Questo significa che ricaricare un’auto elettrica nel futuro avrà un impatto ambientale sempre minore.


Efficienza energetica: il punto di forza dell’auto elettrica

Uno degli aspetti meno discussi ma più rilevanti della mobilità elettrica è l’efficienza energetica.

🔹 Un motore elettrico ha un’efficienza superiore all’80%, mentre un motore a combustione interna si ferma al 20-25%.

🔹 Dal petrolio alla ruota, un’auto termica ha un’efficienza reale compresa tra il 16% e il 20%, perché gran parte dell’energia viene dispersa sotto forma di calore.

🔹 Un’auto elettrica, invece, riesce a trasformare in movimento tra il 25% e il 60% dell’energia primaria (a seconda della fonte di produzione), rendendola più efficiente di almeno il doppio rispetto a un’auto a benzina.


Il nodo critico: l’estrazione delle materie prime per le batterie

Uno dei punti più controversi della mobilità elettrica riguarda l’estrazione di litio, cobalto e nickel, materiali fondamentali per le batterie.

Alcuni dati chiave:
🔹 La batteria rappresenta circa il 20-25% delle emissioni di CO₂ di un’auto elettrica nel suo ciclo di vita.
🔹 L’estrazione delle materie prime incide per circa il 7,5% dell’impatto complessivo.
🔹 L’Europa sta lavorando su strategie di approvvigionamento sostenibile, introducendo un passaporto delle batterie per certificare che siano prodotte nel rispetto di standard ambientali e sociali.
🔹 L’innovazione tecnologica sta riducendo la dipendenza da cobalto e nickel. Le nuove batterie litio-ferrofosfato (LFP), ad esempio, non utilizzano cobalto e sono completamente riciclabili.

Inoltre, con lo sviluppo di un’economia circolare, in futuro potremo riciclare le batterie usate per ottenere nuove materie prime, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.


Il grande cambiamento nell’industria e nell’occupazione

Uno dei timori più diffusi riguarda il futuro dei lavoratori nell’industria automobilistica.

🔹 L’industria dell’auto in Europa è già in contrazione da anni, e la concorrenza con nuovi attori globali (come le case automobilistiche cinesi) sta accelerando la trasformazione.

🔹 Un’auto elettrica è più semplice da produrre, ha meno componenti e necessita di meno manodopera nella filiera tradizionale. Tuttavia, questo non significa una perdita netta di posti di lavoro: si stanno creando nuove opportunità nei settori della produzione di batterie, della gestione dell’energia e della mobilità connessa.

🔹 L’Europa deve investire in innovazione, perché la filiera della produzione di batterie potrebbe portare occupazione significativa, con nuovi stabilimenti che potrebbero assorbire gran parte dei lavoratori in uscita dal settore termico.


Un fiume che torna al suo corso naturale

La storia della mobilità elettrica somiglia a quella di un fiume che, dopo essere stato deviato per oltre un secolo, sta finalmente tornando al suo corso naturale.

Oggi, la transizione all’elettrico sta abbattendo i vecchi miti:
Le auto elettriche sono più pulite
Sono più efficienti
Possono diventare sempre meno impattanti grazie alle energie rinnovabili
Possono offrire nuove opportunità economiche e occupazionali

Come ogni rivoluzione, questa trasformazione incontra resistenze e ostacoli. Ma, come il fiume che segue la legge della fisica, anche il futuro della mobilità sembra destinato a scorrere nella direzione dell’elettrificazione.

🎧 Ascolta l’episodio del podcast “Correnti Future” – “Reti Fragili?” qui sotto, dove Mattia Battaggion e Filippo Colzi discutono il futuro della rete elettrica e l’impatto della mobilità elettrica sulla stabilità del sistema energetico.

Il podcast Correnti Future è realizzato da RSE.

Dalla paura dei blackout alla rivoluzione della mobilità elettrica

Il 13 luglio 1977, un blackout lasciò New York City al buio per 25 ore, coinvolgendo 9 milioni di persone. L’incidente, innescato da due fulmini che colpirono linee di trasmissione cruciali, scatenò un effetto domino che paralizzò l’intera città. Da allora, il timore dei blackout è diventato una delle principali preoccupazioni legate alla stabilità della rete elettrica.

Oggi, con l’elettrificazione dei trasporti e il crescente numero di auto elettriche, si torna a discutere di quanto la rete possa essere messa sotto pressione. Ma queste paure sono fondate?


Auto Elettriche: Un Peso o un’Opportunità per la Rete?

La mobilità elettrica non riguarda solo le automobili, ma una trasformazione più ampia delle infrastrutture urbane: rete elettrica, parcheggi, distributori di carburante e abitudini di rifornimento stanno cambiando rapidamente.

Se consideriamo che un’auto elettrica percorre mediamente 11.000 km all’anno, il suo consumo si aggira intorno a 1.800 kWh, paragonabile a quello di una famiglia media in 8 mesi.

Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), nel 2030 in Italia potrebbero circolare 4,3 milioni di auto elettriche, contro le attuali 300.000. Questo comporterebbe un aumento del 2,5% del consumo totale di energia, un incremento gestibile con le infrastrutture attuali.

Anche nello scenario più estremo – con 35 milioni di auto elettriche entro il 2040-2050 – l’aumento della domanda di energia sarebbe tra il 15% e il 20%, un valore significativo ma non critico.


Smart Charging: La Chiave per Evitare il Sovraccarico della Rete

Il problema principale non è la quantità di energia richiesta, ma i picchi di domanda. Se milioni di persone collegassero contemporaneamente le proprie auto elettriche alla rete dopo il lavoro, si rischierebbero sovraccarichi.

La soluzione? Smart Charging, un sistema che regola in modo intelligente la potenza di ricarica, distribuendo il consumo in fasce orarie meno congestionate.

I vantaggi dello Smart Charging:
Riduzione dei sovraccarichi sulla rete
Minori costi per gli utenti, ricaricando nei momenti di minor prezzo
Maggiore utilizzo delle rinnovabili, sfruttando i picchi di produzione solare


Vehicle-to-Grid: Quando le Auto Elettriche Aiutano la Rete

L’evoluzione dello Smart Charging è il Vehicle-to-Grid (V2G), una tecnologia che permette alle auto elettriche di restituire energia alla rete quando necessario.

Le auto diventano così batterie mobili, accumulando energia in surplus (ad esempio dal fotovoltaico diurno) e rilasciandola nelle ore di picco.

Questa tecnologia potrebbe:
✔ Ridurre il bisogno di nuove centrali elettriche
✔ Stabilizzare la rete bilanciando domanda e offerta
✔ Creare opportunità economiche per i proprietari di auto elettriche


Colonnine di Ricarica: Quante Ne Servono Davvero?

Si teme spesso una carenza di infrastrutture di ricarica, ma i numeri dicono il contrario.

Oggi in Italia sono installati circa 60.000 punti di ricarica, distribuiti in 21.500 stazioni, un numero simile ai 21.750 distributori di carburante presenti sul territorio.

Per il 2030, si prevede che serviranno:
🔹 150.000 punti di ricarica lenta
🔹 50-60.000 punti di ricarica ultra-rapida

Le colonnine saranno strategicamente posizionate nei parcheggi aziendali, nei centri commerciali, nei punti di interscambio e nelle aree di sosta prolungata.


Verso una Mobilità Elettrica Intelligente

La transizione all’elettrico non cambia solo le auto, ma il modo in cui concepiamo l’energia.

Se con i carburanti fossili eravamo abituati a rifornirci in stazioni dedicate, con l’elettrico possiamo sfruttare ogni momento in cui l’auto è ferma:
🔹 Di notte, a casa
🔹 Di giorno, in ufficio o nei parcheggi pubblici
🔹 Durante attività quotidiane, nei centri commerciali o nei luoghi di intrattenimento

È un passaggio da un sistema centralizzato a una rete diffusa e intelligente, dove ogni auto elettrica diventa una risorsa per la stabilità energetica del Paese.

La mobilità elettrica non riguarda solo batterie e colonnine, ma un nuovo modo di pensare energia, mobilità e gestione del tempo.


Un’analisi critica dalla presentazione di Nicola Armaroli alla Camera dei Deputati

Il 4 febbraio 2025, Nicola Armaroli del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha presentato alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati un’analisi approfondita sulle prospettive del nucleare in Italia. L’intervento ha messo in evidenza le criticità del piano governativo per il ritorno dell’energia nucleare, con un focus particolare sulle problematiche economiche, tecnologiche e geopolitiche.


Il Contesto: Un’Italia alla ricerca della sicurezza energetica

L’attuale dibattito sul nucleare nasce dalla volontà del governo di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire una produzione stabile di energia a basse emissioni. In particolare, il Disegno di Legge sul “Nucleare Sostenibile” propone di investire in piccoli reattori modulari (SMR) e, nel lungo termine, nella fusione nucleare. Tuttavia, come sottolineato da Armaroli, queste tecnologie non esistono ancora su scala commerciale e presentano numerose incognite.


I punti chiave della presentazione

1. Non c’è stato un “Rinascimento Nucleare”

Nel 1996, il nucleare rappresentava il 17,2% della produzione elettrica mondiale; oggi questa quota è scesa al 9,2%. In Europa, la Francia – storicamente il paese più dipendente dal nucleare – sta affrontando una spirale di costi e ritardi nelle nuove installazioni, mentre la Cina e la Russia dominano il mercato dei nuovi reattori.

2. L’Italia non possiede né il combustibile né le tecnologie nucleari

Secondo Armaroli, l’Italia si troverebbe a dipendere da fornitori esteri per la tecnologia e il combustibile nucleare, in particolare Russia e Cina, che attualmente dominano il settore. Inoltre, l’uranio – necessario per alimentare i reattori – ha visto un aumento del prezzo del 137% tra il 2021 e il 2025, rendendo l’energia nucleare sempre meno competitiva.

3. Il problema della localizzazione

Uno dei principali ostacoli al ritorno del nucleare in Italia è la scelta dei siti idonei. Il 95% del territorio nazionale è a rischio idrogeologico, sismico o paesaggistico, rendendo difficile la costruzione di nuove centrali senza impatti significativi sulla sicurezza e sull’ambiente.

4. Il confronto con le rinnovabili: una sfida persa in partenza?

Nel 2024, per ogni nuova unità di energia nucleare immessa in rete a livello globale, sono stati immessi 60 unità di energia da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Il costo delle rinnovabili continua a diminuire, mentre il nucleare è caratterizzato da costi elevati e tempi di realizzazione molto lunghi. Entro il 2040, l’Italia dovrebbe avere oltre 200 GW di capacità rinnovabile installata, rendendo economicamente insostenibile il funzionamento di reattori nucleari che non potrebbero operare a pieno regime per gran parte dell’anno.

5. Un investimento rischioso e incerto

Il piano del governo prevede di installare 120 piccoli reattori modulari (SMR) per una capacità complessiva di 12 GW. Tuttavia, come evidenziato nella presentazione, queste tecnologie non sono ancora mature e non esiste un quadro normativo chiaro per la loro implementazione. Investire oggi nel nucleare significa scommettere su una tecnologia che potrebbe non essere mai competitiva rispetto alle alternative già consolidate.


Conclusioni: Quale futuro per l’Italia?

L’analisi di Nicola Armaroli suggerisce che il ritorno al nucleare in Italia sia una strada irta di ostacoli e incognite. Mentre le energie rinnovabili continuano a crescere e a diventare più accessibili, l’investimento in una tecnologia costosa e ancora in fase di sviluppo potrebbe rivelarsi un passo falso. La transizione energetica è già in atto, ma il futuro sembra essere sempre più orientato verso le rinnovabili, l’accumulo energetico e le reti intelligenti, piuttosto che verso un nucleare incerto e difficile da realizzare.

L’Italia si trova di fronte a una scelta cruciale: inseguire un sogno nucleare dai contorni sfumati o accelerare la decarbonizzazione puntando su soluzioni già disponibili e sostenibili. La strada da percorrere è ancora aperta, ma i dati suggeriscono che il nucleare potrebbe non essere la risposta che stiamo cercando.

📌 Per chi desidera approfondire l’argomento, di seguito trovate le slide utilizzate da Nicola Armaroli durante la presentazione. 📌

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