Un’analisi critica dalla presentazione di Nicola Armaroli alla Camera dei Deputati
Il 4 febbraio 2025, Nicola Armaroli del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha presentato alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati un’analisi approfondita sulle prospettive del nucleare in Italia. L’intervento ha messo in evidenza le criticità del piano governativo per il ritorno dell’energia nucleare, con un focus particolare sulle problematiche economiche, tecnologiche e geopolitiche.
Il Contesto: Un’Italia alla ricerca della sicurezza energetica
L’attuale dibattito sul nucleare nasce dalla volontà del governo di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire una produzione stabile di energia a basse emissioni. In particolare, il Disegno di Legge sul “Nucleare Sostenibile” propone di investire in piccoli reattori modulari (SMR) e, nel lungo termine, nella fusione nucleare. Tuttavia, come sottolineato da Armaroli, queste tecnologie non esistono ancora su scala commerciale e presentano numerose incognite.
I punti chiave della presentazione
1. Non c’è stato un “Rinascimento Nucleare”
Nel 1996, il nucleare rappresentava il 17,2% della produzione elettrica mondiale; oggi questa quota è scesa al 9,2%. In Europa, la Francia – storicamente il paese più dipendente dal nucleare – sta affrontando una spirale di costi e ritardi nelle nuove installazioni, mentre la Cina e la Russia dominano il mercato dei nuovi reattori.
2. L’Italia non possiede né il combustibile né le tecnologie nucleari
Secondo Armaroli, l’Italia si troverebbe a dipendere da fornitori esteri per la tecnologia e il combustibile nucleare, in particolare Russia e Cina, che attualmente dominano il settore. Inoltre, l’uranio – necessario per alimentare i reattori – ha visto un aumento del prezzo del 137% tra il 2021 e il 2025, rendendo l’energia nucleare sempre meno competitiva.
3. Il problema della localizzazione
Uno dei principali ostacoli al ritorno del nucleare in Italia è la scelta dei siti idonei. Il 95% del territorio nazionale è a rischio idrogeologico, sismico o paesaggistico, rendendo difficile la costruzione di nuove centrali senza impatti significativi sulla sicurezza e sull’ambiente.
4. Il confronto con le rinnovabili: una sfida persa in partenza?
Nel 2024, per ogni nuova unità di energia nucleare immessa in rete a livello globale, sono stati immessi 60 unità di energia da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Il costo delle rinnovabili continua a diminuire, mentre il nucleare è caratterizzato da costi elevati e tempi di realizzazione molto lunghi. Entro il 2040, l’Italia dovrebbe avere oltre 200 GW di capacità rinnovabile installata, rendendo economicamente insostenibile il funzionamento di reattori nucleari che non potrebbero operare a pieno regime per gran parte dell’anno.
5. Un investimento rischioso e incerto
Il piano del governo prevede di installare 120 piccoli reattori modulari (SMR) per una capacità complessiva di 12 GW. Tuttavia, come evidenziato nella presentazione, queste tecnologie non sono ancora mature e non esiste un quadro normativo chiaro per la loro implementazione. Investire oggi nel nucleare significa scommettere su una tecnologia che potrebbe non essere mai competitiva rispetto alle alternative già consolidate.
Conclusioni: Quale futuro per l’Italia?
L’analisi di Nicola Armaroli suggerisce che il ritorno al nucleare in Italia sia una strada irta di ostacoli e incognite. Mentre le energie rinnovabili continuano a crescere e a diventare più accessibili, l’investimento in una tecnologia costosa e ancora in fase di sviluppo potrebbe rivelarsi un passo falso. La transizione energetica è già in atto, ma il futuro sembra essere sempre più orientato verso le rinnovabili, l’accumulo energetico e le reti intelligenti, piuttosto che verso un nucleare incerto e difficile da realizzare.
L’Italia si trova di fronte a una scelta cruciale: inseguire un sogno nucleare dai contorni sfumati o accelerare la decarbonizzazione puntando su soluzioni già disponibili e sostenibili. La strada da percorrere è ancora aperta, ma i dati suggeriscono che il nucleare potrebbe non essere la risposta che stiamo cercando.
📌 Per chi desidera approfondire l’argomento, di seguito trovate le slide utilizzate da Nicola Armaroli durante la presentazione. 📌
Armaroli-nucleare