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Crisi energetica dopo l’attacco all’Iran: il professore Daniele Menniti lancia l’allarme e indica la via della transizione

L’attacco notturno sferrato dagli Stati Uniti contro obiettivi iraniani ha riacceso i riflettori sulla fragilità dei mercati energetici internazionali, scatenando un’ondata di preoccupazione che ha già cominciato a farsi sentire nei listini di petrolio e gas. A lanciare un appello accorato è il professor Daniele Menniti, ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia all’Università della Calabria, che in un’analisi rilanciata da numerosi media sottolinea come l’Italia rischi una nuova impennata dei costi energetici, con conseguenze pesanti per famiglie e imprese.

Il cuore del problema è lo Stretto di Hormuz, stretto lembo di mare da cui transita oltre il 20% del petrolio mondiale. L’Iran, che controlla parte della rotta, ha minacciato rappresaglie, sollevando lo spettro di un blocco che potrebbe far schizzare il Brent ben oltre i 150 dollari al barile. I primi segnali sono già arrivati: il greggio ha guadagnato l’11% in poche ore, mentre anche il gas naturale liquefatto (GNL) registra aumenti importanti.

Italia vulnerabile: costi eccessivi e dipendenze strategiche

Secondo il professore Daniele Menniti, l’Italia è particolarmente esposta a questa nuova crisi. Dopo la già pesante transizione causata dall’invasione dell’Ucraina, il nostro Paese resta fortemente dipendente dal GNL statunitense — più caro di quello russo e mediorientale — e sprovvisto di alternative strategiche interne.

In diverse interviste e pubblicazioni, il docente spiega come la crisi attuale non possa essere affrontata con soluzioni temporanee, ma richieda una visione strutturale, fondata sull’indipendenza energetica e sulla decarbonizzazione.

La soluzione: rinnovabili, autoconsumo e Comunità Energetiche

«Non possiamo restare spettatori di una crisi annunciata», avverte Menniti, indicando nella produzione distribuita da fonti rinnovabili, nell’autoconsumo collettivo e nelle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) gli strumenti più efficaci per blindare l’Italia da futuri shock geopolitici.

Il 2025 rappresenta un anno cruciale: grazie ai fondi del PNRR, famiglie e imprese possono ottenere contributi a fondo perduto fino al 40% e detrazioni fiscali fino al 50% per la realizzazione di impianti rinnovabili. Ma i tempi stringono: la scadenza per accedere agli incentivi è fissata al 30 novembre 2025.

La transizione è anche geopolitica

Secondo il professore Menniti, la transizione non è solo una scelta ecologica o economica, ma anche geopolitica. «Il nostro modello energetico è ancora troppo basato sulle importazioni e sulle rotte marittime. Serve un cambiamento radicale, che parta dai territori e dalle comunità», conclude.


📌 Rassegna stampa

L’intervento del professore Daniele Menniti ha avuto un ampio risalto mediatico. Ecco alcuni dei principali articoli che hanno rilanciato il suo appello:

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