In questo nuovo episodio della rubrica Dataroom del Corriere della Sera, Milena Gabanelli analizza le vere cause che rallentano la transizione energetica in Italia. Nonostante gli obiettivi europei e le tecnologie disponibili, il nostro paese continua a ostacolare lo sviluppo di impianti eolici e fotovoltaici. Il risultato? Bollette più care, dipendenza energetica e occasioni mancate. Guarda il video per scoprire chi ci guadagna e chi ci rimette davvero.

L’Italia ha l’elettricità più cara d’Europa, eppure la transizione energetica verso fonti rinnovabili come eolico e solare procede a rilento. Nel 2024, il 49% dell’energia prodotta nel nostro Paese è arrivata da fonti rinnovabili, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo del 63,4% fissato per il 2030 dal Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec).

Perché siamo in ritardo?

Nonostante oltre 2 milioni di impianti fotovoltaici e più di 6.000 eolici installati, l’Italia cresce più lentamente rispetto ad altri paesi europei. Le cause principali:

  • Burocrazia e caos normativo: oltre 30 norme e decreti in 10 anni, con Regioni che spesso bloccano o rallentano i progetti.
  • Opposizione locale: 120 comitati attivi contro gli impianti a terra, spesso sostenuti da amministrazioni locali.
  • Sabotaggi: negli ultimi 16 mesi si sono verificati almeno 7 atti vandalici contro impianti eolici e fotovoltaici.
  • Incertezza per gli investitori: anche con incentivi e autorizzazioni, i tempi medi per realizzare un impianto superano i 5 anni.

Le accuse alle rinnovabili, le critiche più frequenti sono:

  1. “Rovinano il paesaggio” – Ma secondo il Politecnico di Milano ci sono 700 km² di aree dismesse o agricole inutilizzate adatte a ospitare impianti senza impattare sul paesaggio.
  2. “Inquinano” – In realtà, un impianto fotovoltaico da 1 MW richiede 200 tonnellate di materiali, ma produce energia pulita per 30 anni. Una centrale a carbone, per la stessa energia, consuma 14.000 tonnellate di combustibile.
  3. “Non conviene” – Al contrario: secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, il costo per MWh è di 50-60 dollari per solare ed eolico, contro i 205 del gas e i 170 del nucleare.

Chi ci guadagna e chi ci rimette?

Le aziende energivore come Ferrovie dello Stato stanno già acquistando energia verde a lungo termine a prezzi inferiori rispetto al mercato. Ma se la transizione rallenta, a pagare il conto saranno famiglie e imprese, con bollette più alte e meno competitività.

La transizione energetica non è solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale. Ostacolarla significa rinunciare a risparmi, posti di lavoro e indipendenza energetica. È tempo di scegliere da che parte stare.

Fonte:
Reportage pubblicato su Corriere della Sera nella rubrica Dataroom di Milena Gabanelli.


Link articolo:
https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/attacco-a-eolico-e-solare-chi-paga-davvero-il-conto/d239f7ac-7432-4697-9306-39bd0e3a4xlk.shtml

A2A Life Company insieme all’Università della Calabria per educare e costruire politiche sostenibili


Il 28 maggio 2025 si è svolto, presso l’Università della Calabria, il seminario “Dietro le quinte della transizione energetica – La tutela dell’acqua quale risorsa strategica per il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico dei territori calabresi”, un progetto promosso da A2A Life Company, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale (DIMEG) e con il patrocinio del Gruppo Universitario Sistemi Elettrici per l’Energia (GUSEE) e dell’Associazione AEIT.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra mondo accademico, industria e studenti, con l’obiettivo di approfondire il legame tra transizione energetica, crisi idrica e sviluppo territoriale.

Una risposta concreta alla crisi idrica
In un’epoca in cui la transizione energetica richiede un’integrazione crescente di fonti rinnovabili non programmabili, i sistemi di accumulo si rivelano fondamentali per la stabilità del sistema elettrico nazionale. Tra questi, le centrali idroelettriche a serbatoio si distinguono non solo per il loro contributo alla flessibilità energetica, ma anche per il valore aggiunto nella gestione delle risorse idriche.

La crisi idrica che colpisce il Mezzogiorno, con dati drammatici come il -39% di precipitazioni a Crotone rispetto al periodo 2006-2015, rende sempre più urgente una gestione coordinata tra settore civile, agricolo ed energetico. Le centrali idroelettriche a serbatoio, in questo contesto, diventano veri e propri strumenti di regolazione e tutela del territorio.

Formazione e partecipazione attiva degli studenti
Il seminario ha rappresentato il primo passo di un progetto educativo più ampio, che vede protagonisti gli studenti dell’Università della Calabria, che il 29 maggio hanno preso parte a una visita tecnica presso la centrale idroelettrica di Satriano 1 di A2A, dove hanno potuto osservare da vicino il funzionamento di un impianto e le pratiche di gestione integrata dell’acqua.

Questo approccio educativo mira a creare una nuova generazione di professionisti consapevoli, capaci di influenzare le future politiche pubbliche con soluzioni sostenibili e innovative.

A guidare e accompagnare gli studenti in questa esperienza formativa è stato il Professor Daniele Menniti, docente del DIMEG e figura di riferimento nel panorama accademico della transizione energetica. La sua presenza ha rappresentato un importante punto di connessione tra il mondo accademico e quello industriale. Grazie al suo contributo scientifico e alla sua guida durante la visita tecnica alla centrale idroelettrica, gli studenti hanno potuto approfondire con rigore le implicazioni ingegneristiche, ambientali e gestionali legate alla crisi idrica.

Verso una Calabria più resiliente
Il nostro impegno per la sostenibilità passa anche da iniziative locali ad alto impatto come questa. La sinergia tra mondo accademico, impresa e territorio si conferma ancora una volta fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo e costruire un futuro più equo, efficiente e consapevole per la Calabria e per tutto il Paese.

Il vento del cambiamento soffia forte su Marcellinara, dove la transizione verso un futuro sostenibile sta per prendere un volto tangibile. Mercoledì 6 dicembre, alle ore 17:30, la Sala Consiliare Comunale diventerà il palcoscenico della presentazione del progetto “Marcellinara Green Energy”, un’iniziativa volta a trasformare la comunità in un faro di energia rinnovabile.

In un mondo dove la sostenibilità non è più un’opzione ma una necessità, Marcellinara si impegna a diventare un esempio di come le comunità possono guidare il cambiamento. Questo progetto non è solo un passo verso l’indipendenza energetica, ma anche un simbolo di innovazione e responsabilità ambientale.

I relatori, che guideranno la conversazione e che offriranno la loro preziosa prospettiva su come la comunità può trarre vantaggio dall’adozione di energie pulite, includono il Sindaco Vittorio Scerbo, Saverio Gariano, Presidente del Consiglio Comunale, Daniele Menniti, Professore Ordinario di Sistemi elettrici per l’energia, e Francesco Mancuso, responsabile di progetti di fattibilità tecnico-economica per le Comunità di Energia Rinnovabile.

“Marcellinara Green Energy” punta a instillare una nuova consapevolezza ecologica, promuovendo l’uso di tecnologie sostenibili che rispettino l’ambiente senza sacrificare l’efficienza. Il futuro è ora, e si colora di verde a Marcellinara.

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