Tecnologia, sostenibilità e know-how per il nuovo impianto siderurgico Hybar in Arkansas (USA), su commessa SMS group.
Osceola (Arkansas, USA) I sistemi di automazione industriale sviluppati da Creta Energie Speciali S.r.l. (CretaES), spin-off accademico dell’Università della Calabria, sono stati implementati con successo presso il nuovo impianto siderurgico del gruppo Hybar (High-Yield Bar) negli Stati Uniti, su commessa di SMS group Inc.
Un sistema avanzato al servizio della Green Steel
Il progetto ha riguardato la progettazione, simulazione e messa in servizio del sistema di controllo della Fumes Treatment Plant (FTP), sviluppato dagli ingegneri CretaES in Italia e collaudato localmente presso la sede produttiva di Osceola, Arkansas.
Tecnologie implementate
Progettazione software integrata su Siemens PCS7
Logiche PLC per sicurezza ambientale e gestione ventilazione
Interfaccia HMI avanzata per la supervisione dei processi
Persone e competenze
Il progetto è stato coordinato on-site dal tecnico senior Alex Greco, figura chiave per l’intero ciclo di sviluppo: dalla revisione elettrica alla programmazione e simulazione del sistema. Un esempio di eccellenza italiana al servizio dell’industria globale.
La seconda giornata della 117ª Conferenza Internazionale AEIT, promossa dall’Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni, si è svolta ad Amantea (Cosenza) e ha messo al centro il tema delle competenze specialistiche in ingegneria. L’incontro è stato organizzato dal gruppo di ricerca dell’Università della Calabria, coordinato dal prof. Daniele Menniti, che ha curato il Tavolo Tecnico dal titolo “Competenze professionali nell’ingegneria specialistica: le gallerie stradali”.
Ad aprire i lavori è stato il presidente nazionale AEIT, Giuseppe Parise, sottolineando l’importanza del confronto tra università, industria e istituzioni. A seguire, l’intervento dell’ing. Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che ha ribadito come la formazione continua e la specializzazione rappresentino fattori imprescindibili per affrontare le sfide legate a digitalizzazione e sostenibilità.
Un contributo rilevante è giunto anche da Anas Calabria, con l’intervento dell’ing. Luigi Mupo, che ha evidenziato il ruolo dell’ente nella gestione della rete infrastrutturale nazionale: oltre 32.000 km di strade e autostrade, 18.720 ponti e viadotti e 2.157 gallerie. L’Italia è leader europeo per estensione complessiva delle gallerie, con oltre 2.100 km tra quelle stradali e ferroviarie.
Durante la giornata sono state presentate soluzioni tecnologiche innovative, tra cui il sistema STIG, piattaforma intelligente di telecontrollo per gli impianti in galleria, oltre a strumenti avanzati di monitoraggio basati su sensori IoT, sistemi SCADA e RMT, telecamere AID per il rilevamento automatico di incidenti e infrastrutture di comunicazione digitale per la sicurezza.
Il dibattito ha inoltre posto attenzione sulla necessità di una formazione multidisciplinare, che integri conoscenze tecniche con strumenti come il BIM, l’intelligenza artificiale e la sensoristica avanzata. Particolare rilievo è stato dato all’ammodernamento della galleria di Coreca e all’adeguamento degli impianti secondo gli standard europei.
Sono intervenuti anche l’ing. Mario Lanciano, presidente del Comitato Tecnico Gallerie di PIARC Italia, che ha richiamato le migliori pratiche internazionali nella gestione e manutenzione delle gallerie, e la prof.ssa Paola Verde dell’Università di Cassino, che ha sottolineato il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione.
Un focus specifico è stato dedicato al quadro normativo, con l’intervento di Emanuele Renzi, Direttore Generale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali, che ha ripercorso l’evoluzione della Direttiva 2004/54/CE e l’approccio prestazionale oggi richiesto per la valutazione del rischio e gli interventi di adeguamento.
La conferenza ha così ribadito la centralità della Calabria e del Mezzogiorno nel dibattito nazionale su infrastrutture, energia e tecnologie, evidenziando il ruolo fondamentale dell’Università della Calabria come promotore di ricerca, innovazione e formazione avanzata.
Nel pomeriggio del 10 settembre 2025, nell’ambito della 117ª Conferenza Internazionale AEIT, ospitata ad Amantea presso il Mediterraneo Palace Hotel, si terrà una tavola rotonda dal titolo:
“Comunità Energetiche Rinnovabili: tecnologie, opportunità e sfide per lo sviluppo delle aree interne”
L’incontro, moderato da Alessandro Vizzarri, Presidente dell’AICT Society AEIT, vedrà protagonisti autorevoli rappresentanti del mondo accademico, industriale e della ricerca.
Protagonisti del dibattito
Tra i relatori:
Alberto Bonadonna e Andrea Falciai – Accenture
Giovanni Brusco – Creta Energie Speciali (CretaES)
Antonino Rollo – RSE S.p.A.
Floriano De Rango – Spintel
Daniele Menniti – Università della Calabria
Luciano Talarico – Intendo
L’intervento di Creta Energie Speciali
Un momento centrale della tavola rotonda sarà l’intervento dell’Ing. Giovanni Brusco, PhD, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico di Creta Energie Speciali. Brusco, con un passato di ricerca all’Università della Calabria e autore di numerosi studi scientifici, illustrerà la nuova piattaforma di gestione in tempo reale delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sviluppata da CretaES.
Tra le tecnologie di punta presentate, gli smart meter in grado di effettuare misurazioni ogni 5 secondi sui consumi e la produzione energetica dei membri della comunità. Questo sistema innovativo favorisce una condivisione più efficiente dell’energia, con significativi vantaggi sia ambientali che economici, integrando inoltre funzionalità per il Demand Response e garantendo flessibilità al sistema elettrico nazionale.
Il contributo dell’Università della Calabria e l’importanza delle aree interne
Il Prof. Ing. Daniele Menniti, docente di Sistemi Elettrici per l’Energia presso l’Università della Calabria, membro del Comitato Organizzatore Locale di AEIT2025 e responsabile dell’unità UNICAL del GUSEE, porterà in tavola la prospettiva accademica sul legame tra CER e sviluppo sostenibile delle aree interne.
Le zone interne della Calabria, ricche di paesaggi e fonti rinnovabili, si trovano a fronteggiare un forte fenomeno di spopolamento. Secondo Menniti, una pianificazione attenta per lo sviluppo di impianti rinnovabili può non solo promuovere la transizione energetica, ma diventare un volano per il rilancio economico, la creazione di occupazione, il rafforzamento dei servizi locali e la valorizzazione del territorio.
La Calabria come laboratorio innovativo
L’iniziativa rappresenta un’occasione di confronto sia tecnico sia strategico, con l’obiettivo di configurare le CER come strumenti chiave per il rilancio delle aree interne, per la lotta alla povertà energetica e per la costruzione di un modello replicabile a livello nazionale ed europeo. Si punta a unire innovazione, equità sociale e sviluppo territoriale.
In questo scenario, è significativo il ruolo di Antonino Rollo, ex studente dell’Unical oggi ricercatore presso RSE S.p.A. nel “Gruppo Utente al Centro”. La sua partecipazione testimonia l’eccellenza formativa dell’Ateneo calabrese, capace di formare professionisti apprezzati nei principali centri di ricerca nazionali.
Un appello etico di ampio respiro
A eco dell’iniziativa, giunge la “Lettera aperta al Governo e al Parlamento” – promossa dal Convegno dei Vescovi delle Aree Interne e già firmata da oltre 140 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati – che ricorda che lo sviluppo delle aree fragili non è solo una questione economica, ma anche etica e sociale. Il documento, che invita istituzioni e cittadini a una responsabilità condivisa, sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili” come stimolo per politiche operative e concrete.
Con questa presenza nel cuore del dibattito sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, Creta Energie Speciali conferma il proprio impegno a fare la differenza nella transizione energetica e nello sviluppo sostenibile delle comunità locali.
Dal 10 al 12 settembre 2025 Amantea ospiterà la 117ª Conferenza Internazionale AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni).
Si tratta di un ritorno importante in Calabria, dopo oltre quarant’anni, con l’organizzazione locale curata dal gruppo di ricerca dell’Università della Calabria guidato dal professor Daniele Menniti, nell’ambito del GUSEE (Gruppo Universitario Sistemi Elettrici per l’Energia).
Acqua ed energia al centro della discussione
La conferenza non sarà solo un momento di confronto tra studiosi e tecnici a livello internazionale: accanto alle sessioni scientifiche, sono previsti dibattiti aperti al territorio.
Il 10 settembre, l’evento inaugurale si aprirà con due tavole rotonde dedicate all’acqua, risorsa strategica per la Calabria:
“La filiera per la tutela dell’acqua. Le opportunità della Calabria”, con taglio tecnico-scientifico, vedrà la partecipazione di rappresentanti regionali, di Sorical, di SVIMEZ e di A2A.
“La filiera per la tutela dell’acqua e l’impatto sulla realtà del territorio”, rivolta alle istituzioni locali, con la presenza di Rosaria Succurro (Presidente ANCI Calabria), del senatore Nicola Irto e dei sindaci del territorio.
Nel pomeriggio proseguiranno i lavori con la tavola rotonda “Comunità Energetiche Rinnovabili. Tecnologie, opportunità e sfide per lo sviluppo delle aree interne”, che metterà a confronto accademia, istituzioni e imprese sulle prospettive della transizione energetica in Calabria e nel Mezzogiorno
Perché l’acqua è una risorsa strategica
Oggi la produzione energetica calabrese si basa ancora in larga parte sul gas naturale, che copre oltre 12.000 GWh, contro meno di 900 GWh generati dall’idroelettrico e poco più di 2.000 GWh dall’eolico. Numeri che raccontano una regione ricca di potenzialità rinnovabili, ma ancora fortemente dipendente dalle fonti fossili.
In questo scenario, l’idroelettrico con pompaggio diventa una risorsa chiave: permette di accumulare energia nei momenti di surplus, stabilizzare la rete e integrare meglio la produzione da eolico e fotovoltaico.
Le criticità da affrontare
Un recente studio SVIMEZ–A2A mette in evidenza un problema serio: nel Mezzogiorno, e in particolare in Calabria, le perdite idriche superano il 50% dell’acqua immessa nelle reti. Una fragilità che pesa non solo sull’approvvigionamento quotidiano, ma anche sulla possibilità di utilizzare l’acqua come alleata della transizione energetica.
Rinnovare le infrastrutture diventa quindi una priorità per garantire acqua ai cittadini, all’agricoltura e per sviluppare soluzioni energetiche più efficienti.
Giovani e ricerca in primo piano
Un aspetto originale di questa edizione sarà il coinvolgimento degli studenti dell’Università della Calabria. L’11 settembre, i ragazzi presenteranno lavori innovativi sul tema dell’acqua e del territorio, coordinati da YES Europe, e i migliori saranno premiati con il Premio Isabella Sassi Bonadonna 2025, gestito dall’AEIT: un segnale forte del ruolo che le nuove generazioni possono avere nella costruzione di un futuro sostenibile.
Un’occasione per guardare avanti
AEIT 2025 ad Amantea sarà molto più di una conferenza tecnica: sarà un laboratorio di idee per affrontare insieme le sfide della transizione energetica e della gestione sostenibile delle risorse. Un momento in cui scienza, istituzioni, imprese e giovani potranno dialogare per immaginare una Calabria più resiliente, capace di trasformare le proprie risorse naturali in opportunità di crescita.
Una recente indagine condotta dal Climate and Development Lab (CDL) della Brown University ha messo in luce in modo nitido le connessioni tra gruppi locali contrari ai parchi eolici offshore e realtà con interessi legati al settore dei combustibili fossili.
L’architettura dell’opposizione
Secondo il rapporto “Legal Entanglements: Mapping Connections of Anti-Offshore Wind Groups and their Lawyers in the Eastern United States” (luglio-agosto 2025), i gruppi che appaiono come “comitati locali” vengono sostenuti da think tank conservatori, studi legali e reti finanziate dal settore oil & gas. Queste organizzazioni veicolano disinformazione e avviano azioni legali mire a rallentare o bloccare progetti eolici offshore, ostacolando la transizione verso un’energia pulita.
Il fenomeno non è nuovo: già nel 2023-2024, altri studi della CDL avevano mostrato come queste reti trasferiscano “informazioni di supporto” — expertise, argomentazioni, legali, comunicazione — ai gruppi locali pur mantenendo un’apparenza “grassroots”. In alcuni casi, tra il 2017 e il 2021, il flusso di fondi è stimato in decine di milioni di dollari.
Reazioni e contrattacchi
In risposta alla pubblicazione dello studio, il gruppo Green Oceans ha inviato una richiesta formale a Brown per ritirare i contenuti in cui veniva associato a finanziamenti fossili. Green Oceans afferma di essere un’associazione locale, senza legami con l’industria petrolifera o think tank conservatori, e con fondi esclusivamente da singoli cittadini contrari all’industrializzazione costiera.
Brown University ha rinnovato il proprio impegno a favore della libertà accademica, sottolineando l’importanza di discutere temi controversi e di aprire il dibattito.
Perché è un tema cruciale
Questa rete sabotatrice ritarda progetti eolici cruciali per ridurre le emissioni e favorire un sistema energetico più sostenibile.
Le strategie legali e la disinformazione influiscono su percezioni pubbliche, decisioni politiche e costi dei progetti.
A livello internazionale, tattiche simili stanno emergendo anche in Europa e Australia, dove gruppi locali si ispirano alle strategie sviluppate negli Stati Uniti.
Questo caso mette in evidenza quanto sia cruciale vigilare su come le battaglie energetiche vengano raccontate e percepite dall’opinione pubblica. Per realtà come Creta Energie Speciali S.r.l., impegnata da sempre nella promozione e realizzazione di soluzioni rinnovabili, è essenziale mantenere un approccio basato su trasparenza, dati concreti e rigore scientifico. Solo così possiamo distinguere la critica costruttiva da quelle campagne orchestrate da interessi contrari alla transizione ecologica, e continuare a costruire insieme un futuro energetico più sostenibile e giusto.