La seconda giornata della 117ª Conferenza Internazionale AEIT, promossa dall’Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni, si è svolta ad Amantea (Cosenza) e ha messo al centro il tema delle competenze specialistiche in ingegneria. L’incontro è stato organizzato dal gruppo di ricerca dell’Università della Calabria, coordinato dal prof. Daniele Menniti, che ha curato il Tavolo Tecnico dal titolo “Competenze professionali nell’ingegneria specialistica: le gallerie stradali”.

Ad aprire i lavori è stato il presidente nazionale AEIT, Giuseppe Parise, sottolineando l’importanza del confronto tra università, industria e istituzioni. A seguire, l’intervento dell’ing. Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che ha ribadito come la formazione continua e la specializzazione rappresentino fattori imprescindibili per affrontare le sfide legate a digitalizzazione e sostenibilità.

Un contributo rilevante è giunto anche da Anas Calabria, con l’intervento dell’ing. Luigi Mupo, che ha evidenziato il ruolo dell’ente nella gestione della rete infrastrutturale nazionale: oltre 32.000 km di strade e autostrade, 18.720 ponti e viadotti e 2.157 gallerie. L’Italia è leader europeo per estensione complessiva delle gallerie, con oltre 2.100 km tra quelle stradali e ferroviarie.

Durante la giornata sono state presentate soluzioni tecnologiche innovative, tra cui il sistema STIG, piattaforma intelligente di telecontrollo per gli impianti in galleria, oltre a strumenti avanzati di monitoraggio basati su sensori IoT, sistemi SCADA e RMT, telecamere AID per il rilevamento automatico di incidenti e infrastrutture di comunicazione digitale per la sicurezza.

Il dibattito ha inoltre posto attenzione sulla necessità di una formazione multidisciplinare, che integri conoscenze tecniche con strumenti come il BIM, l’intelligenza artificiale e la sensoristica avanzata. Particolare rilievo è stato dato all’ammodernamento della galleria di Coreca e all’adeguamento degli impianti secondo gli standard europei.

Sono intervenuti anche l’ing. Mario Lanciano, presidente del Comitato Tecnico Gallerie di PIARC Italia, che ha richiamato le migliori pratiche internazionali nella gestione e manutenzione delle gallerie, e la prof.ssa Paola Verde dell’Università di Cassino, che ha sottolineato il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione.

Un focus specifico è stato dedicato al quadro normativo, con l’intervento di Emanuele Renzi, Direttore Generale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali, che ha ripercorso l’evoluzione della Direttiva 2004/54/CE e l’approccio prestazionale oggi richiesto per la valutazione del rischio e gli interventi di adeguamento.

La conferenza ha così ribadito la centralità della Calabria e del Mezzogiorno nel dibattito nazionale su infrastrutture, energia e tecnologie, evidenziando il ruolo fondamentale dell’Università della Calabria come promotore di ricerca, innovazione e formazione avanzata.

Nel pomeriggio del 10 settembre 2025, nell’ambito della 117ª Conferenza Internazionale AEIT, ospitata ad Amantea presso il Mediterraneo Palace Hotel, si terrà una tavola rotonda dal titolo:

“Comunità Energetiche Rinnovabili: tecnologie, opportunità e sfide per lo sviluppo delle aree interne”

L’incontro, moderato da Alessandro Vizzarri, Presidente dell’AICT Society AEIT, vedrà protagonisti autorevoli rappresentanti del mondo accademico, industriale e della ricerca.

Protagonisti del dibattito

Tra i relatori:

  • Alberto Bonadonna e Andrea Falciai – Accenture
  • Giovanni Brusco – Creta Energie Speciali (CretaES)
  • Antonino Rollo – RSE S.p.A.
  • Floriano De Rango – Spintel
  • Daniele Menniti – Università della Calabria
  • Luciano Talarico – Intendo

L’intervento di Creta Energie Speciali

Un momento centrale della tavola rotonda sarà l’intervento dell’Ing. Giovanni Brusco, PhD, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico di Creta Energie Speciali. Brusco, con un passato di ricerca all’Università della Calabria e autore di numerosi studi scientifici, illustrerà la nuova piattaforma di gestione in tempo reale delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sviluppata da CretaES.

Tra le tecnologie di punta presentate, gli smart meter in grado di effettuare misurazioni ogni 5 secondi sui consumi e la produzione energetica dei membri della comunità. Questo sistema innovativo favorisce una condivisione più efficiente dell’energia, con significativi vantaggi sia ambientali che economici, integrando inoltre funzionalità per il Demand Response e garantendo flessibilità al sistema elettrico nazionale.

Il contributo dell’Università della Calabria e l’importanza delle aree interne

Il Prof. Ing. Daniele Menniti, docente di Sistemi Elettrici per l’Energia presso l’Università della Calabria, membro del Comitato Organizzatore Locale di AEIT2025 e responsabile dell’unità UNICAL del GUSEE, porterà in tavola la prospettiva accademica sul legame tra CER e sviluppo sostenibile delle aree interne.

Le zone interne della Calabria, ricche di paesaggi e fonti rinnovabili, si trovano a fronteggiare un forte fenomeno di spopolamento. Secondo Menniti, una pianificazione attenta per lo sviluppo di impianti rinnovabili può non solo promuovere la transizione energetica, ma diventare un volano per il rilancio economico, la creazione di occupazione, il rafforzamento dei servizi locali e la valorizzazione del territorio.

La Calabria come laboratorio innovativo

L’iniziativa rappresenta un’occasione di confronto sia tecnico sia strategico, con l’obiettivo di configurare le CER come strumenti chiave per il rilancio delle aree interne, per la lotta alla povertà energetica e per la costruzione di un modello replicabile a livello nazionale ed europeo. Si punta a unire innovazione, equità sociale e sviluppo territoriale.

In questo scenario, è significativo il ruolo di Antonino Rollo, ex studente dell’Unical oggi ricercatore presso RSE S.p.A. nel “Gruppo Utente al Centro”. La sua partecipazione testimonia l’eccellenza formativa dell’Ateneo calabrese, capace di formare professionisti apprezzati nei principali centri di ricerca nazionali.

Un appello etico di ampio respiro

A eco dell’iniziativa, giunge la “Lettera aperta al Governo e al Parlamento” – promossa dal Convegno dei Vescovi delle Aree Interne e già firmata da oltre 140 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati – che ricorda che lo sviluppo delle aree fragili non è solo una questione economica, ma anche etica e sociale. Il documento, che invita istituzioni e cittadini a una responsabilità condivisa, sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili” come stimolo per politiche operative e concrete.

🔗 Per saperne di più

📰 Leggi l’articolo completo su Corriere della Calabria

📰Leggi anche l’articolo su Il Dispaccio

📅 Scopri il programma completo della conferenza AEIT sul sito ufficiale dell’AEIT: https://convegni.aeit.it/misw7/struttura/pagedin.php?web=aeit2025&page_cod=home&page_mod=open

Con questa presenza nel cuore del dibattito sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, Creta Energie Speciali conferma il proprio impegno a fare la differenza nella transizione energetica e nello sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Dal 10 al 12 settembre 2025 Amantea ospiterà la 117ª Conferenza Internazionale AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni).

Si tratta di un ritorno importante in Calabria, dopo oltre quarant’anni, con l’organizzazione locale curata dal gruppo di ricerca dell’Università della Calabria guidato dal professor Daniele Menniti, nell’ambito del GUSEE (Gruppo Universitario Sistemi Elettrici per l’Energia).

Acqua ed energia al centro della discussione

La conferenza non sarà solo un momento di confronto tra studiosi e tecnici a livello internazionale: accanto alle sessioni scientifiche, sono previsti dibattiti aperti al territorio.

Il 10 settembre, l’evento inaugurale si aprirà con due tavole rotonde dedicate all’acqua, risorsa strategica per la Calabria:

  • “La filiera per la tutela dell’acqua. Le opportunità della Calabria”, con taglio tecnico-scientifico, vedrà la partecipazione di rappresentanti regionali, di Sorical, di SVIMEZ e di A2A.
  • “La filiera per la tutela dell’acqua e l’impatto sulla realtà del territorio”, rivolta alle istituzioni locali, con la presenza di Rosaria Succurro (Presidente ANCI Calabria), del senatore Nicola Irto e dei sindaci del territorio.

Nel pomeriggio proseguiranno i lavori con la tavola rotonda “Comunità Energetiche Rinnovabili. Tecnologie, opportunità e sfide per lo sviluppo delle aree interne”, che metterà a confronto accademia, istituzioni e imprese sulle prospettive della transizione energetica in Calabria e nel Mezzogiorno

Perché l’acqua è una risorsa strategica

Oggi la produzione energetica calabrese si basa ancora in larga parte sul gas naturale, che copre oltre 12.000 GWh, contro meno di 900 GWh generati dall’idroelettrico e poco più di 2.000 GWh dall’eolico. Numeri che raccontano una regione ricca di potenzialità rinnovabili, ma ancora fortemente dipendente dalle fonti fossili.

In questo scenario, l’idroelettrico con pompaggio diventa una risorsa chiave: permette di accumulare energia nei momenti di surplus, stabilizzare la rete e integrare meglio la produzione da eolico e fotovoltaico.

Le criticità da affrontare

Un recente studio SVIMEZ–A2A mette in evidenza un problema serio: nel Mezzogiorno, e in particolare in Calabria, le perdite idriche superano il 50% dell’acqua immessa nelle reti. Una fragilità che pesa non solo sull’approvvigionamento quotidiano, ma anche sulla possibilità di utilizzare l’acqua come alleata della transizione energetica.

Rinnovare le infrastrutture diventa quindi una priorità per garantire acqua ai cittadini, all’agricoltura e per sviluppare soluzioni energetiche più efficienti.

Giovani e ricerca in primo piano

Un aspetto originale di questa edizione sarà il coinvolgimento degli studenti dell’Università della Calabria. L’11 settembre, i ragazzi presenteranno lavori innovativi sul tema dell’acqua e del territorio, coordinati da YES Europe, e i migliori saranno premiati con il Premio Isabella Sassi Bonadonna 2025, gestito dall’AEIT: un segnale forte del ruolo che le nuove generazioni possono avere nella costruzione di un futuro sostenibile.

Un’occasione per guardare avanti

AEIT 2025 ad Amantea sarà molto più di una conferenza tecnica: sarà un laboratorio di idee per affrontare insieme le sfide della transizione energetica e della gestione sostenibile delle risorse. Un momento in cui scienza, istituzioni, imprese e giovani potranno dialogare per immaginare una Calabria più resiliente, capace di trasformare le proprie risorse naturali in opportunità di crescita.

🔗 Per chi volesse approfondire:

📰 Il Lametino – https://www.lametino.it/Eventi/amantea-ospita-la-117esima-conferenza-internazionale-aeit-acqua-ed-energia-temi-cruciali-per-il-territorio.html

📰 La Nuova Calabria – https://www.lanuovacalabria.it/amantea-alla-conferenza-internazionale-aeit2025-ampio-spazio-ai-sindaci-acqua-ed-energia-temi-cruciali-per-il-territorio

Una recente indagine condotta dal Climate and Development Lab (CDL) della Brown University ha messo in luce in modo nitido le connessioni tra gruppi locali contrari ai parchi eolici offshore e realtà con interessi legati al settore dei combustibili fossili.

L’architettura dell’opposizione

Secondo il rapporto “Legal Entanglements: Mapping Connections of Anti-Offshore Wind Groups and their Lawyers in the Eastern United States” (luglio-agosto 2025), i gruppi che appaiono come “comitati locali” vengono sostenuti da think tank conservatori, studi legali e reti finanziate dal settore oil & gas. Queste organizzazioni veicolano disinformazione e avviano azioni legali mire a rallentare o bloccare progetti eolici offshore, ostacolando la transizione verso un’energia pulita.

Il fenomeno non è nuovo: già nel 2023-2024, altri studi della CDL avevano mostrato come queste reti trasferiscano “informazioni di supporto” — expertise, argomentazioni, legali, comunicazione — ai gruppi locali pur mantenendo un’apparenza “grassroots”. In alcuni casi, tra il 2017 e il 2021, il flusso di fondi è stimato in decine di milioni di dollari.

Reazioni e contrattacchi

In risposta alla pubblicazione dello studio, il gruppo Green Oceans ha inviato una richiesta formale a Brown per ritirare i contenuti in cui veniva associato a finanziamenti fossili. Green Oceans afferma di essere un’associazione locale, senza legami con l’industria petrolifera o think tank conservatori, e con fondi esclusivamente da singoli cittadini contrari all’industrializzazione costiera.

Brown University ha rinnovato il proprio impegno a favore della libertà accademica, sottolineando l’importanza di discutere temi controversi e di aprire il dibattito.

Perché è un tema cruciale

  • Questa rete sabotatrice ritarda progetti eolici cruciali per ridurre le emissioni e favorire un sistema energetico più sostenibile.
  • Le strategie legali e la disinformazione influiscono su percezioni pubbliche, decisioni politiche e costi dei progetti.
  • A livello internazionale, tattiche simili stanno emergendo anche in Europa e Australia, dove gruppi locali si ispirano alle strategie sviluppate negli Stati Uniti.

Questo caso mette in evidenza quanto sia cruciale vigilare su come le battaglie energetiche vengano raccontate e percepite dall’opinione pubblica. Per realtà come Creta Energie Speciali S.r.l., impegnata da sempre nella promozione e realizzazione di soluzioni rinnovabili, è essenziale mantenere un approccio basato su trasparenza, dati concreti e rigore scientifico. Solo così possiamo distinguere la critica costruttiva da quelle campagne orchestrate da interessi contrari alla transizione ecologica, e continuare a costruire insieme un futuro energetico più sostenibile e giusto.

🔗 Trovi l’articolo completo qui:

Agosto 2025 – Il tema delle comunità energetiche non è più solo materia da addetti ai lavori: oggi riguarda i cittadini, i territori, le amministrazioni locali. Ma già nel gennaio 2023 si avvertiva chiaramente che qualcosa stava cambiando. Il 19 gennaio, nella storica Sala del Parlamentino del CNEL a Roma, si è tenuto uno dei convegni più significativi sul tema: “Comunità energetiche e cittadini: stato dell’arte, opportunità e sostenibilità”, promosso da Consumers’ Forum e dal Consorzio EnSiEL.

In quell’occasione, il Prof. Daniele Menniti, docente dell’Università della Calabria, ha offerto un intervento di grande lucidità e concretezza, affrontando il tema delle comunità energetiche dal punto di vista operativo, normativo e sociale. Subito dopo il convegno, nella stessa giornata, ha rilasciato anche un’intervista video in cui ha approfondito i principali temi trattati.

🎥 Guarda l’intervista completa:
👉 Daniele Menniti – Le comunità energetiche: opportunità e criticità


Dalla teoria alla pratica: cosa sono davvero le comunità energetiche?

Durante l’intervento e nell’intervista, il Prof. Menniti ha offerto un inquadramento molto chiaro: una comunità energetica non è solo un impianto fotovoltaico condiviso, ma un progetto collettivo che coinvolge cittadini, enti pubblici, imprese e associazioni in un percorso di produzione, autoconsumo e condivisione di energia rinnovabile.

Un modello che permette non solo di ridurre i costi in bolletta, ma anche di rafforzare la coesione sociale e la consapevolezza ambientale, a partire dai territori.


Opportunità concrete, ma il percorso non è privo di ostacoli

Già nel 2023 erano evidenti le grandi potenzialità delle comunità energetiche, anche grazie alla spinta normativa arrivata con il PNRR e i nuovi decreti attuativi. Tuttavia, come ha sottolineato il Prof. Menniti, permangono criticità importanti, che spesso rallentano o scoraggiano l’attivazione di nuove CER:

  • Incertezze burocratiche e interpretative, soprattutto a livello locale;
  • Scarsa informazione e partecipazione dei cittadini, ancora poco coinvolti in modo attivo;
  • Difficoltà tecniche nella gestione e monitoraggio dei flussi energetici, specialmente in realtà non strutturate.

Coinvolgere i cittadini è la vera chiave

Uno dei passaggi centrali dell’intervento è stato il richiamo alla dimensione sociale e partecipativa delle comunità energetiche. Per il Prof. Menniti, non basta installare pannelli solari: occorre creare consapevolezza, fiducia, motivazione.

Le comunità energetiche funzionano davvero quando:

  • C’è chiarezza normativa e supporto amministrativo;
  • I cittadini vengono formati e messi in condizione di scegliere consapevolmente;
  • Le soluzioni proposte sono sostenibili economicamente e tecnicamente gestibili.

Il futuro si gioca nei territori

Dal 2023 a oggi, lo scenario è evoluto: il quadro normativo si è stabilizzato, i primi incentivi sono stati erogati, e numerose comunità energetiche sono già operative in diverse regioni. Ma la vera sfida – come ricordato dal Prof. Menniti – resta quella di portare questi modelli dove ce n’è più bisogno: nei piccoli comuni, nelle aree interne, nei contesti in cui l’energia può diventare un vero strumento di riscatto e innovazione sociale.

Il messaggio che emerge dall’intervista è chiaro:

“Una comunità energetica non è un progetto tecnico, è un progetto culturale.”

Ed è su questa base che si costruisce un nuovo modo di intendere l’energia: non più bene da consumare passivamente, ma risorsa da condividere, da gestire insieme, da rendere accessibile a tutti.


📺 Guarda l’intervista completa al Prof. Menniti:
👉 https://www.youtube.com/watch?v=Up59ysR9DMg

📌 Fonte evento e intervista:
energiaitalia.news – Intervista al Professore Daniele Menniti

Il 21 luglio 2025 il Comune di Amantea ha ufficialmente costituito la propria Comunità Energetica Rinnovabile (CER), denominata “Comunità Energetica Rinnovabile di Amantea”, in conformità al D.lgs 199/2021 e al decreto CACER. Con l’approvazione in Consiglio Comunale dell’atto costitutivo, dello statuto e del regolamento, si conclude un percorso articolato, avviato nei primi mesi dell’attuale amministrazione e orientato a promuovere la transizione energetica locale.

Un progetto sostenuto da ricerca e competenze specialistiche

Il processo è stato avviato grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG) dell’Università della Calabria. Il professor Daniele Menniti, Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia, ha delineato il percorso tecnico-scientifico, che ha portato alla redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) della CER.

La progettazione è stata affidata allo spin-off accademico Creta Energie Speciali, struttura di supporto tecnico e operativo nata all’interno dell’Università della Calabria e specializzata nella realizzazione di iniziative legate all’energia sostenibile e alle comunità energetiche.

Creta ha sviluppato il PFTE sulla base del quadro normativo vigente e delle opportunità offerte dai fondi PNRR, fornendo al Comune uno strumento completo per accedere ai finanziamenti e attivare concretamente la CER.

Contributi fino al 40% per cittadini, imprese e terzo settore

Attraverso questa iniziativa, cittadini, piccole e medie imprese e organizzazioni del terzo settore potranno realizzare impianti fotovoltaici beneficiando di contributi a fondo perduto fino al 40%, grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’energia prodotta dagli impianti potrà essere condivisa all’interno della comunità, consentendo anche a chi non può dotarsi di un proprio impianto – per ragioni economiche o strutturali – di partecipare attivamente al processo di transizione energetica e ottenere benefici diretti.

Un’opportunità per il territorio

La CER si configura come un’opportunità concreta per promuovere l’autonomia energetica, la sostenibilità ambientale e la riduzione dei costi energetici, generando al contempo un impatto economico positivo attraverso il coinvolgimento delle imprese locali e la creazione di nuova occupazione nel settore delle energie rinnovabili.

Il Sindaco di Amantea, Vincenzo Pellegrino, ha dichiarato:

«Siamo felici del risultato raggiunto. Ora tocca a cittadini e imprese cogliere questa opportunità e aderire alla CER per beneficiare del contributo, richiedibile fino al 30 novembre 2025. La sinergia tra Comune, Università della Calabria e lo spin-off Creta Energie Speciali ha permesso di raggiungere un obiettivo ambizioso».

L’Assessore Mario Gagliardi ha aggiunto:

«La CER di Amantea rappresenta un passo concreto verso la sostenibilità e l’autonomia energetica del nostro territorio. Continueremo a lavorare per promuovere la massima adesione alla comunità».

Il Consigliere Giacomo Perri, coinvolto fin dalle prime fasi del progetto, ha sottolineato:

«Abbiamo seguito con attenzione ogni fase, con l’obiettivo di creare un modello virtuoso. Ora è fondamentale accompagnare cittadini e imprese verso la realizzazione degli impianti».

Un ringraziamento è stato rivolto anche all’Ufficio Tecnico Comunale e al Responsabile Arch. Rosa Morelli per il contributo tecnico fornito durante tutto il percorso.


Un esempio di collaborazione tra enti, ricerca e innovazione

La costituzione della CER di Amantea dimostra l’efficacia delle collaborazioni tra amministrazioni pubbliche, mondo della ricerca e strutture operative specializzate. Il coinvolgimento dello spin-off accademico Creta Energie Speciali ha garantito al Comune un supporto qualificato nella progettazione e pianificazione, contribuendo a trasformare una visione strategica in un intervento concreto a beneficio della collettività.

A2A Life Company insieme all’Università della Calabria per educare e costruire politiche sostenibili


Il 28 maggio 2025 si è svolto, presso l’Università della Calabria, il seminario “Dietro le quinte della transizione energetica – La tutela dell’acqua quale risorsa strategica per il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico dei territori calabresi”, un progetto promosso da A2A Life Company, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale (DIMEG) e con il patrocinio del Gruppo Universitario Sistemi Elettrici per l’Energia (GUSEE) e dell’Associazione AEIT.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra mondo accademico, industria e studenti, con l’obiettivo di approfondire il legame tra transizione energetica, crisi idrica e sviluppo territoriale.

Una risposta concreta alla crisi idrica
In un’epoca in cui la transizione energetica richiede un’integrazione crescente di fonti rinnovabili non programmabili, i sistemi di accumulo si rivelano fondamentali per la stabilità del sistema elettrico nazionale. Tra questi, le centrali idroelettriche a serbatoio si distinguono non solo per il loro contributo alla flessibilità energetica, ma anche per il valore aggiunto nella gestione delle risorse idriche.

La crisi idrica che colpisce il Mezzogiorno, con dati drammatici come il -39% di precipitazioni a Crotone rispetto al periodo 2006-2015, rende sempre più urgente una gestione coordinata tra settore civile, agricolo ed energetico. Le centrali idroelettriche a serbatoio, in questo contesto, diventano veri e propri strumenti di regolazione e tutela del territorio.

Formazione e partecipazione attiva degli studenti
Il seminario ha rappresentato il primo passo di un progetto educativo più ampio, che vede protagonisti gli studenti dell’Università della Calabria, che il 29 maggio hanno preso parte a una visita tecnica presso la centrale idroelettrica di Satriano 1 di A2A, dove hanno potuto osservare da vicino il funzionamento di un impianto e le pratiche di gestione integrata dell’acqua.

Questo approccio educativo mira a creare una nuova generazione di professionisti consapevoli, capaci di influenzare le future politiche pubbliche con soluzioni sostenibili e innovative.

A guidare e accompagnare gli studenti in questa esperienza formativa è stato il Professor Daniele Menniti, docente del DIMEG e figura di riferimento nel panorama accademico della transizione energetica. La sua presenza ha rappresentato un importante punto di connessione tra il mondo accademico e quello industriale. Grazie al suo contributo scientifico e alla sua guida durante la visita tecnica alla centrale idroelettrica, gli studenti hanno potuto approfondire con rigore le implicazioni ingegneristiche, ambientali e gestionali legate alla crisi idrica.

Verso una Calabria più resiliente
Il nostro impegno per la sostenibilità passa anche da iniziative locali ad alto impatto come questa. La sinergia tra mondo accademico, impresa e territorio si conferma ancora una volta fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo e costruire un futuro più equo, efficiente e consapevole per la Calabria e per tutto il Paese.

Dal 26 settembre 2025 calerà definitivamente il sipario su uno degli strumenti più popolari per valorizzare l’energia prodotta da Addio allo Scambio sul Posto: cosa cambia per il fotovoltaico e quali sono le alternative

Dal 26 settembre 2025 calerà definitivamente il sipario su uno degli strumenti più popolari per valorizzare l’energia prodotta da impianti fotovoltaici: lo Scambio sul Posto (SSP). Il GSE ha ufficializzato la data limite per la presentazione delle nuove richieste di accesso al meccanismo, che sarà valida solo per impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025.

Ma cosa comporta davvero la fine dello Scambio sul Posto per famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni? E quali opportunità si aprono in questo nuovo scenario?

Cos’è lo Scambio sul Posto

Lo Scambio sul Posto è stato per anni il pilastro dell’autoconsumo in Italia. Si tratta di un meccanismo che permette di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete con quella prelevata in un secondo momento. In sostanza, chi produce più energia di quella che consuma istantaneamente può “depositarla” in rete e “ritirarla” quando ne ha bisogno, sfruttando la rete come una batteria virtuale.

Tuttavia, con l’elevato aumento della generazione distribuita da fotovoltaico, soprattutto nelle ore centrali della giornata, la rete elettrica si è trovata a gestire flussi di energia sempre più imprevedibili e difficili da bilanciare. Ecco perché si è deciso di superare gradualmente il SSP, favorendo modelli di autoconsumo più efficienti e sostenibili.

Cosa succede adesso

Dal 1° gennaio 2025, chi ha un contratto di Scambio sul Posto scaduto, ad esempio stipulato più di 15 anni fa, è già passato automaticamente al Ritiro Dedicato (RID), un meccanismo alternativo che prevede la vendita dell’energia immessa in rete al GSE, con un prezzo stabilito.

Per tutti gli altri, lo SSP continuerà fino alla naturale scadenza del contratto, ma non sarà più possibile attivare nuovi accordi SSP dopo il 26 settembre 2025.

Le alternative: Ritiro Dedicato e Comunità Energetiche

🔄 Ritiro Dedicato

Chi installa un nuovo impianto dopo il 29 maggio 2025 potrà sottoscrivere un contratto di Ritiro Dedicato. In questo caso, l’energia in eccesso viene ceduta al GSE, che la remunera secondo:

  • un Prezzo Minimo Garantito (PMG) – attualmente 4,64 €/kWh per il fotovoltaico;
  • oppure il Prezzo Zonale Orario (PO), che varia in base all’orario e alla zona geografica.

Il contratto RID ha una durata annuale, rinnovabile tacitamente.

☀️ Autoconsumo con sistemi di accumulo

Un’altra strada è quella di massimizzare l’autoconsumo, installando sistemi di accumulo (batterie) che permettono di conservare l’energia prodotta in eccesso e utilizzarla quando serve, evitando così di cederla in rete a prezzi meno convenienti.

🤝 Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)

La vera grande opportunità, però, è rappresentata dalle Renewable Energy Communities.

Attraverso le CER, cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni possono condividere l’energia prodotta localmente e accedere a incentivi dedicati per l’autoconsumo condiviso. In particolare, le nuove misure del PNRR sostengono fortemente queste configurazioni, soprattutto nei Comuni con meno di 5.000 abitanti.

Le CER rappresentano la forma più evoluta e collaborativa di gestione dell’energia, in cui ogni membro può contribuire alla produzione e trarne beneficio, generando risparmi economici, vantaggi ambientali e maggiore indipendenza energetica.

Il ruolo di Creta Energie Speciali

In questo nuovo scenario, Creta Energie Speciali supporta amministrazioni comunali, cittadini e imprese nel passaggio verso modelli più moderni e sostenibili:

✅ Analisi di fattibilità
✅ Progettazione di impianti con accumulo e sistemi di monitoraggio
✅ Costituzione e gestione di Comunità Energetiche
✅ Supporto nella migrazione da SSP a RID

Il superamento dello Scambio sul Posto non è una perdita, ma un’evoluzione. È l’occasione per ripensare la produzione e la gestione dell’energia in chiave smart, locale e condivisa.

È stato ufficialmente pubblicato il Decreto Ministeriale del 28 febbraio 2025 (DM 59/2025) che aggiorna e proroga la misura di sostegno del PNRR destinata alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e ai Sistemi di Autoconsumo Collettivo nei Comuni con meno di 5.000 abitanti.

Una notizia attesa e di enorme importanza per tutte le realtà locali che desiderano intraprendere un percorso verso l’autosufficienza energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e costruendo una rete energetica più equa e sostenibile.


A chi è rivolta la misura

I beneficiari del decreto, in attuazione dell’art. 14, comma 1, lettera e) del D.lgs. 199/2021, sono:

  • le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER),
  • i Sistemi di Autoconsumo Collettivo da Fonti Rinnovabili,

purché ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

Si tratta quindi di una misura pensata per favorire le aree interne e i piccoli centri, spesso esclusi dai grandi investimenti energetici, ma che rappresentano un terreno fertile per iniziative dal basso.


Perché è un’opportunità da cogliere ora

Questa misura rappresenta una leva concreta per accelerare la transizione energetica nei piccoli Comuni italiani, che spesso affrontano maggiori difficoltà nel reperire risorse e competenze per progetti di questo tipo.

Le CER non solo permettono di abbattere il costo della bolletta energetica per famiglie e imprese, ma favoriscono anche la coesione sociale, la valorizzazione delle risorse locali e la creazione di nuove opportunità occupazionali.


Il ruolo di CretaES

Il nostro team supporta i Comuni e i cittadini in tutte le fasi:

  • dallo studio di fattibilità alla progettazione tecnica,
  • dalla costituzione della CER alla gestione operativa e al monitoraggio continuo.

Abbiamo già accompagnato decine di comunità locali nel percorso verso l’autonomia energetica e siamo pronti a mettere la nostra esperienza al servizio di chi vorrà cogliere questa nuova opportunità.


🔋 Vuoi saperne di più o attivare una CER nel tuo Comune?
Contattaci e inizia con noi un percorso di energia condivisa, sostenibile e resiliente.

L’Italia si trova ad affrontare una delle sfide più grandi della sua storia: la crisi climatica. Ondate di calore sempre più intense, alluvioni, siccità e incendi stanno mettendo a dura prova il nostro Paese, evidenziando la necessità di una risposta immediata e strutturata. Per far fronte a questa emergenza, Minds for One Health, con il supporto di ISDE Italia – Associazione Medici per l’Ambiente, ha presentato un documento chiave: “Adattamento e Mitigazione: Azioni urgenti per far fronte agli eventi estremi da crisi climatica”. Questo testo, inviato alle istituzioni politiche e scientifiche nazionali, fornisce una roadmap chiara per affrontare il cambiamento climatico, con particolare attenzione alla salute pubblica e alla sicurezza del territorio.

Un Piano d’Azione per la Resilienza Climatica

L’Italia, posizionata nel cuore del Mediterraneo, è una delle aree più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Gli scienziati sottolineano l’urgenza di un approccio integrato che unisca adattamento e mitigazione per ridurre i rischi e migliorare la sostenibilità del sistema Paese. Le azioni prioritarie individuate nel documento includono:

  • Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC): Attuazione immediata di un piano basato su dati scientifici, che renda le città e le infrastrutture più resilienti agli eventi estremi.
  • Riduzione del consumo di suolo e sicurezza del territorio: Stop alla cementificazione incontrollata e riqualificazione delle aree urbane e montane per prevenire dissesti idrogeologici.
  • Decarbonizzazione accelerata: Riduzione della domanda energetica e transizione verso le fonti rinnovabili, con particolare attenzione alla tutela del paesaggio e della biodiversità.
  • Educazione e sensibilizzazione: Campagne informative e percorsi educativi per preparare la popolazione a gestire gli impatti del cambiamento climatico.
  • Rafforzamento della protezione civile: Implementazione di modelli di gestione del rischio ispirati alle migliori pratiche internazionali, con sistemi di allerta e intervento tempestivi.

Un Messaggio Chiaro: Il Tempo per Agire è Ora

Maria Grazia Petronio, vicepresidente di ISDE Italia e coordinatrice di Minds for One Health, sottolinea l’importanza di non limitarsi più a rispondere alle emergenze, ma di costruire un sistema resiliente capace di prevenire e mitigare gli impatti climatici.

Non possiamo più permetterci di agire solo dopo i disastri. Serve un cambiamento sistemico, un piano strategico che protegga le persone e il territorio. Il nostro documento offre alle istituzioni un quadro chiaro per prendere decisioni efficaci. Il tempo per agire è adesso.

Un Appello alle Istituzioni: La Crisi Climatica è un Problema di Tutti

Il documento rappresenta un appello diretto affinché le politiche di adattamento e mitigazione diventino una priorità nazionale. La scienza ha già dimostrato che agire ora significa ridurre i costi futuri in termini di vite umane, danni economici e sociali. Ignorare questa emergenza equivale a esporre il nostro Paese a rischi sempre maggiori.

La transizione ecologica non è solo una questione ambientale, ma una sfida che coinvolge tutti: cittadini, aziende, amministrazioni locali e governo centrale. Implementare queste strategie può garantire un futuro più sicuro e sostenibile per le prossime generazioni.

La crisi climatica non aspetta: è il momento di trasformare le parole in azioni concrete.

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